Popoli

11-03-2016 11:24 -

Lettera pubblicata sulla Gazzetta di Parma il 06 marzo 2016 in ricordo di Alessandro “Popoli” Ghinelli.
Caro Direttore,
le chiedo un breve spazio per ricordare la figura di Alessandro Ghinelli, recentemente scomparso. Non però per parlare del ristoratore, ma dell’Alessandro che, per noi che abbiamo frequentato negli anni ’70 l’Oratorio San Benedetto di via Saffi, era semplicemente Popoli.
Lo “stranome” gli era stato appiccicato verso i dieci anni per una vaga somiglianza fisica con un noto portiere del calcio minore parmense dell’epoca rafforzata dal fatto che Popoli era l’estremo difensore dellOR.SA. 1964.
Chi era Popoli per l’Oratorio Salesiano di quegli anni?
Lui è stato uno dei tre simboli, assieme a Don Vittorio Basile, il nostro Don Bosco e ad Attilio Scalari, molto più che un barista. Popoli aveva in se il genio come descritto in “Amici miei”, quel mix di fantasia, intuizione, colpo d’occhio e velocità di esecuzione. Le sue prestazioni calcistiche nei suoi racconti diventavano gesta eroiche, dopo il film della domenica pomeriggio nella sala dell’Oratorio inventava sempre qualche gioco, tipo dotare tutti di torce per imitare gli UFO. Memorabili i suoi dialoghi sulla tattica con i vari Allenatori dell’OR.SA., Marchesino, Wobby, il Bob Bertini, Mario Capelli, Paolo Ghidini, Marco Bertini.
Quando di ragazze all’Oratorio se ne vedevano pochissime , lui era il nostro ambasciatore con una classe di ragazze francesi in visita scolastica all’Istituto San Benedetto. E poi ci sarebbero le surreali ordinazioni ad Attilio, le interminabili partite a pallone sul campo di terra battuta e cento altre situazioni memorabili, le “olimpiorsa”, il ping pong, il calciobalilla. Al rosario erano presenti in tanti di quei ragazzi, l’OR.SA. anni ’70 si è riunita per piangere e ridere con Popoli, il nostro eroe.
Se il giudizio su un uomo dipende dai ricordi che lascia, beh, allora posso dire con sicurezza che Alessandro è seduto bello comodo a fianco di San Pietro.
Ti sia lieve la terra, grande Popoli.

Fabrizio Pinna
Parma, 6 marzo 2016